Ricordando Luigi Parigi di Potenza Picena
di Pier Marino Simonetti
La natura degli uomini è molteplice, nelle forme del carattere si compone di svariati modi con i quali entra in relazione con i simili e con il prossimo. Luigi Parigi nella sua breve vita, fermata un pomeriggio di settembre per un equivoco dei suoi meccanismi, ha vissute molte delle espressioni con le quali, donne e uomini, costruiscono assieme alla natura ed al loro ingegno, la società civile che ci ospita. Se ben vissute, possono essere patrimonio da ricordare con emozione anche senza la necessità di legarle a persone a cui la storia affida compiti eccezionali. Anzi, legate al gusto dell’umiltà ed alla normalità dell’esistenza, sono un valore per gli affetti. Famiglia, studio prima, professione poi, politica, amicizia, ognuno di questi arcipelaghi, Luigi li ha attraversati con la consapevolezza del timoniere impegnato a condurre per mare il piroscafo all’approdo sicuro del porto scelto. La sua abilità di nostromo, è stata l’intelligenza di non aver posto limiti esclusivi fra i suoi molteplici interessi, distribuendo le sue esperienze umane e professionali, senza escludere nessuno. La sua appartenenza politica, per esempio, non gli ha impedito di avere amici di altra formazione culturale: valevano per lui, principalmente i rapporti umani e professionali, sui quali riversava vitalità e passione. Ricordo sempre il piacere di averlo commensale nelle occasioni famigliari: si alternavano gioco, sorriso, storia, politica e giovialità, trovando, nella diversa cultura politica, occasione di dibattito sincero. In quei momenti a tavola, poche erano le altre occasioni d’incontro, ho apprezzato in lui, oltre alla preparazione scientifica propria del farmacista, l’interesse per alcuni aspetti legati alla conoscenza di fenomeni di confine fra scienza e esoterismo, per i quali era un vero esperto. Dalla occasione più banale, alla interpretazione iconografica di alcune pale d’altare o decori di un antico palazzo, gli era facile far notare agli amici, riferimenti storici e artistici, che senza la sua conoscenza, sarebbero passati inosservati ai più.
È lui che mi ha introdotto alle molte meraviglie di Potenza Picena, storie di uomini e d’arte molto interessanti. Per queste sue passioni, negli interminabili giorni seguiti alla morte di Luigi, nei quali era impossibile portare omaggio alla sua salma, pensai che il modo migliore per ricordarlo, fosse stato, quello di dedicargli un piccolo racconto, ispirato ad un personaggio del Flauto Magico di Mozart, l’uccellatore Papageno.