Statuto Comunale a stampa del 1736. Finalmente ritrovato dopo 33 anni e riconsegnato al Comune di Potenza Picena.
Finalmente una bella notizia. Lo Statuto Comunale a stampa del 1736, scomparso dal nostro Archivio Storico Comunale nel 1980, è stato ritrovato ed è ritornato in possesso del Comune di Potenza Picena. Questo volume contiene tutte le norme che regolavano la vita della nostra comunità, approvato dal pontifice Eugenio IV nel 1441. Grazie alla disponibilità del parroco della Parrocchia dei Santi Stefano e Giacomo di Potenza Picena, don Andrea Bezzini, la copia fino ad oggi conservata presso l’Archivio Parrocchiale è stata restituita ufficialmente al comune di Potenza Picena in data Lunedì 15 Aprile 2013 nelle mani del Sindaco Sergio Paolucci. Rimane comunque il mistero di come sia potuta finire nella disponibilità della Parrocchia. Sia l’attuale parroco, don Andrea Bezzini, che il precedente don Carlo Leoni, non hanno fatto altro che constatare la presenza di questo volume, senza sapere niente sulla sua provenienza. Grazie alle continue ricerche di Paolo Onofri ed alla disponibilità a risolvere l’annoso problema da parte dell’economo comunale, dott.ssa Simona Ciasca, anche questo caso è stato definitivamente risolto. Rimane lo sconcerto di come nel passato si sia potuto lasciare nel più completo abbandono il grande patrimonio storico e culturale costituito dal nostro Archivio Storico Comunale e dalla Biblioteca Antica, che oggi grazie al lavoro di riordino iniziato nel 1991 da parte del dott. Roberto Domenichini e di una corretta e trasparente gestione, certe cose non possono più accadere. Nel passato sono anche scomparsi 4 volumi del Dizionario storico-ecclesiastico di Gaetano Moroni pubblicato a Venezia tra il 1840 e il 1861 composto da 103 libri; mancano i volumi 39-40-41 lettera M ed il volume 73 lettera T.
È scomparsa inoltre l’intera collana composta da 50 tomi delle Antichità Picene dell’abate Giuseppe Colucci pubblicata a Fermo nella seconda metà del sec.XVIII. Grazie all’interessamento del Dott. Roberto Domenichini, di questa opera possiamo disporre comunque delle copie anastatiche curate dal gruppo editoriale Moroni di Ripatransone. Colgo l’occasione per ringraziare pubblicamente tutti coloro che si sono attivati per rendere possibile la realizzazione di questo miracolo dopo 33 anni. Il parroco don Andrea Bezzini e l’economo comunale, Dott.ssa Simona Ciasca. Faccio inoltre, in questo felice momento, un’altra proposta al Comune di Potenza Picena. Perché non cogliere l’occasione per dare l’incarico ad uno studioso marchigiano per fare la traduzione del testo dal latino volgare in italiano dello Statuto Comunale in modo da consentire a tutti di conoscere le norme che regolavano nel Medioevo la vita della nostra comunità? Ultimamente un Comune molto più piccolo del nostro, Appignano, ha dato l’incarico al prof. Alberto Meriggi di Treia ed ha pubblicato i loro statuti tradotti in italiano e sono molto interessanti. Una copia di questo volume si trova anche nel nostro Archivio Storico Comunale. Colgo l’occasione anche per ricordare il proprietario di questo volume, Terenzio Pierandrei, nato a Monte Santo il 7/8/1770 e morto nella nostra città il 15/10/1830. È stato canonico presso la Collegiata di S. Stefano ed alla sua morte è stato sepolto nella nostra Chiesa. Questo personaggio molto colto, era un parente della sig.ra Albina Gezzi e di suo marito Giovanni Pierandrei, che nel 1869 avevano donato al nostro Ospedale Civico con testamento tutti i loro beni e quelli dl canonico Angelo Pierandrei. Per intenderci sono quelli della famosa lapide in marmo tolta dall’ex Ospedale Civico e non più ricollocata, nonostante le ripetute richieste della Soprintendenza di Ancona.
Tra i beni lasciati alla nostra comunità, oltre che terreni, abitazioni e beni mobili, vi era anche un fondo librario appartenuto proprio al canonico Terenzio Pierandrei, che attualmente fa parte della Biblioteca Antica del Comune di Potenza Picena, costituita da un totale di 1.521 volumi, provenienti in maggior parte dai fondi librari dei Conventi francescani locali (Cappuccini, Conventuali e Minori Riformati) e da quello degli Agostiniani requisiti dallo Stato Italiano il 15-10-1868 e non più restituiti. Un grande patrimonio ancora sconosciuto e non inventariato.