Rosone trecentesco della Chiesa di S. Giacomo Maggiore di Potenza Picena. È a rischio la sua integrità.
La Chiesa di S. Giacomo Maggiore di Potenza Picena a Galiziano è veramente sfortunata. Dopo la prolungata chiusura, il recente cedimento della volta centrale in camorcanna, il temporaneo trasferimento ad Urbino, presso la Galleria Nazionale nel Palazzo Ducale, del trittico di Paolo Bontulli da Percanestro del 1507 “Madonna col Bambino tra i Santi Giacomo Maggiore e Rocco”, adesso sembra che sia a rischio anche l’antico rosone trecentesco della facciata, manufatto in arenaria, la più antica testimonianza di questa Chiesa. Ultimamente si nota in uno dei suoi elementi, in particolare quello posto sulla sinistra, uno sfinimento del materiale. Nel caso in cui si dovesse eventualmente verificare un suo cedimento, l’intero rosone sarebbe a rischio. Anche in questo caso è necessario un pronto intervento di restauro per evitare danni molto più gravi ed irreparabili. La Parrocchia dei Santi Stefano e Giacomo di Potenza Picena, proprietaria della Chiesa, pur nelle difficoltà economiche in cui si dibatte, essendo già impegnata in un importante intervento presso la sua struttura della Collegiata di S. Stefano, saprà affrontare adeguatamente anche questo problema?
Più in generale la Chiesa di S. Giacomo Maggiore di Galiziano non va comunque abbandonata al suo destino, come se non rappresentasse la testimonianza di una antica Parrocchia che ha segnato la nostra comunità dal 1766 fino al 2008, quando è stata unita a quella di S.Stefano, e l’identità religiosa di un quartiere popolare come quello di Galiziano. La sua salvaguardia e il suo recupero deve riguardare tutta la comunità parrocchiale di Potenza Picena nel suo insieme. Sarebbe intollerabile comunque che il trittico di Paolo Bontulli da Percanestro del 1507, esposto ad Urbino fino al 6 Aprile 2014, successivamente venisse collocato o all’interno delle strutture della Collegiata di S. Stefano oppure in quelle comunali, come ad esempio a S. Agostino, mentre la Chiesa di S. Giacomo Maggiore viene abbandonata al suo destino senza prevedere in futuro alcun intervento di sistemazione. Allora, per assurdo, sarebbe meglio che rimanga per sempre ad Urbino.
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Paolo, se non sbaglio mi pare di aver già visto un elemento architettonico del genere campeggiare su una delle facciate del Duomo di Fermo, segno di un antico legame tra i due paesi. In realtà la facciata della Chiesa di San Giacomo Maggiore è una vera opera d’arte che andrebbe preservata ad ogni costo, e al di là della proprietà, tutti dovrebbero sollevare un coro di sdegno e sollecitare la P.A. ad un intervento, mi verrebbe da dire, ad adiuvandum. In nome dell’austerità assistiamo impotenti allo sfacielo. Nei giorni scorsi ha destato clamore la visione del film la grande bellezza, vincitore dell’oscar come migliore film straniero in una terra che per noi non lo è, e che dalla seconda guerra mondiale in poi, ci ha cambiato alla radice. Anche se il contenitore (Roma) rendeva sfarzosa e bellissima la scena, il contenuto era oltremodo decadente. Le nobili committenze del passato avevano creato e dato lustro al contenitore (Roma) mentre i ricchi del nostro tempo spendono soldi per il nulla….”forse perchè il contenitore è pieno?” – mi sono chiesto – “o forse perchè in fondo il denaro serve solo per soddisfare l’ego di ogni uomo (ricco) o di una elite?”. Nel mio immaginario Montesanto è la Roma di Provincia, piena di vecchi ricordi e lasciata al suo destino. In un recente passato si è cercato di dare una spolverata ai vecchi cimeli di famiglia o poco più, concentrando l’azione politica verso un espansione edilizia oltre le mura. Niente di più sbagliato. Il quadro, oggi, è quello di un’edilizia residenziale allo stremo e di un centro storico vecchio e difficilmente spendibile, così com’è, per un rilancio di un’economia in chiave turistica. Neanche salvare il salvabile sembra più essere alla nostra portata: che sarà di noi? Boh!? Mi piace comunque chiudere con un augurio pieno di ottimismo….se la speranza è l’ultima a morire, spero, mi auguro e auguro a tutti i blogger un nuovo rinascimento.
Nella chiesa di San Giacomo ci dovrebbero essere 4 tele del pittore Giuseppe Pauri che sto studiando. Come si fa a vederle e a fotografarle???
Egregio Dott. Antonio Lazzari,
in merito alla sua richiesta, saremo anche noi felici di poter vedere e fotografare i quattro quadri di Giuseppe Pauri che Lei dice presenti all’interno della Chiesa di San Giacomo Maggiore a Potenza Picena.
È vero che Norberto Mancini nel suo libro “Visioni Potentine” del 1958 a pag. 33 ne parla (Lui parla di 4 tavole), ma non si conosce la fonte di questa notizia. Secondo il dizionario storico-biografico dei marchigiani (lavoro editoriale Maggio 1993), Giuseppe Pauri dovrebbe aver eseguito a Potenza Picena degli affreschi (ma non si dice dove).
Ho avuto modo di parlarne con il Dott. Roberto Domenichini, il più importante storico di Potenza Picena che conosce molto bene le vicende della Chiesa di San Giacomo Maggiore, ma anche lui non ne è a conoscenza. Le uniche opere d’arte che si conoscono provenienti dalla chiesa di San Giacomo Maggiore sono il famoso trittico di Paolo Bontulli da Percanestro del 1507 (oggi ancora ad Urbino), un Sacro Cuore di Luigi Fontana e un anonimo San Michele Arcangelo oggi collocati presso la Chiesa di S. Stefano.
Altro non c’era. Se Lei è in possesso di altre informazioni utili, la prego di farcele conoscere.
Comunque potrebbe mettersi in contatto con il Dott. Roberto Domenichini.
(indirizzo inviato alla mail da Lei fornita).
Saluti.