Ricordando Fr. Isidoro Lavini da Potenza Picena, sacerdote, fratello maggiore di p. Pietro “Il Muratore di Dio”
La famiglia Lavini di Potenza Picena ha dato alla comunità dei Cappuccini delle Marche due suoi figli. Il più conosciuto è sicuramente p. Pietro Lavini “Il Muratore di Dio” nato a Potenza Picena nel 1927 che ha ricostruito da solo il Monastero di S. Leonardo.
L’altro figlio, meno conosciuto ed importante, è fr. Isidoro Lavini, al secolo Cesare, Augusto nato a Potenza Picena nel 1922, cioè cinque anni prima di p. Pietro. Questi due fratelli sono morti nel giro di pochi giorni, Fr. Isidoro il 31 luglio 2015 a Macerata e p. Pietro il giorno 9 agosto 2015 ad Amandola ed oggi si trovano sepolti insieme nella cappellina dei Cappuccini nel cimitero di Potenza Picena.
Era destino di questi due fratelli che hanno scelto lo stesso ordine religioso, di morire insieme nel giro di pochi giorni e di essere sepolti l’uno a fianco dell’altro, sempre uniti in un comune destino.
Padre Isidoro, al secolo Lavini Cesare, era nato a Potenza Picena (MC) il 5 Luglio 1922, da Nazareno e Riucci Palma. Il 22 agosto 1942 inizia il Noviziato a Camerino con il nome di fr. Isidoro da Potenza Picena. Il 23 agosto 1943 emette la Professione temporanea. Nell’agosto dello stesso anno è inviato a Fermo, per frequentare le tre classi del liceo.
Nell’agosto del 1946, arriva a Loreto per lo studio della Teologia. Durante questo periodo si scopre che ha un rene gravemente malato. I medici dell’ospedale di Loreto decisero di intervenire con urgenza e il rene malato venne asportato. Anche il rene rimastogli nutriva già dentro di sé un grosso calcolo. Il malato peggiorò talmente che i medici decisero di dimetterlo per lasciarlo morire in convento. Dopo tre mesi circa il giovane Isidoro era, però, ancora vivo e convalescente, e i superiori lo mandarono presso il convento di Fiuggi per fare le cure della famosa acqua. Ne risentì qualche miglioramento e così iniziò, con tenacia e speranza, la pratica annuale della cura alle acque di quella famosa fonte. Forse è stato questo il tempo della visita dello Spirito, con la quale, il nostro fratello ha fatto la scoperta del suo stato di fragilità fisica, che lo ha aiutato a trovare, con serenità, la strada della fiducia e della umiltà, della semplicità e della mitezza di cuore: la sua sarebbe stata vita da malato cronico, che però seguiterà a vivere fino all’età di 93 anni.Il 4 marzo 1950, P. Isidoro fu ordinato sacerdote dal Vescovo Mons. Gaetano Malchiodi. Ci furono i primi trasferimenti in rapida successione a Recanati, Amandola, S. Vittoria in Matenano e Montegiorgio. Successivamente, dal 1956 al 1959, ci sono anche due passaggi all’infermeria di Macerata, a testimonianza della sua nota precaria salute.
Nel 1961, il P. Provinciale P. Stanislao Santachiara ha bisogno di fornire un nuovo Cappellano presso l’Ospedale Psichiatrico di Ancona, e pensa al malaticcio P. Isidoro. E fu una scelta indovinata, perché vi rimase in servizio, puntale e apprezzato, per 38 anni, fino al 1999. Fu il periodo più lungo della sua vita, con un impegno stabile, dove poté vivere a suo agio, con le sue attitudini naturali e spirituali più adatte: la sua umiltà e semplicità, la sua cordialità e amicizia, che lo hanno reso amico e confidente di dirigenti, medici, personale infermieristico, ricoverati e parenti di ricoverati. I malati meno gravi avevano libero e simpatico accesso presso di lui.
L’anno 1970, P. Isidoro cominciò a frequentare la località S. Leonardo, sopra l’Infernaccio del fiume Tenna, all’ombra del monte della Sibilla, dove il fratello minore P. Pietro Lavini, col permesso dei superiori, aveva iniziato a vivere vita eremitica, laboriosa e austera, per la ricostruzione di un rudere di antico monastero. Periodicamente P. Isidoro, accompagnato da qualcuno dei medici o del personale paramedico, cominciò ad arrampicarsi verso l’eremo di san Leonardo, per affettuosa solidarietà verso il fratello Pietro. I confratelli che hanno abitato nei conventi con P. Isidoro, testimoniano anche che da quando sono comparsi i telefonini, al termine di ogni giorno, ad ora fissa, i due fratelli si facevano uno squillo per augurarsi fraternamente la buona notte e rassicurarsi della reciproca solidarietà e unione di preghiera.
Nel 1999, terminato il servizio di Cappellano, P. Isidoro rimane per undici anni ad Ancona per svolgere il servizio di portinaio del convento, a qualche centinaio di metri dall’Ospedale psichiatrico. Padre Isidoro si sistemò in una stanzetta, al piano terra, a fianco della chiesa, addetto al telefono e alla portineria, e lì accoglieva gente di ogni tipo e d’ogni dove che lo cercava per riconciliarsi con Dio, per consigliarsi o per essere confortata, sempre sostenuto dalla sua innata bonomia e pace interiore e la corona del rosario fra le mani.
Nel novembre 2010, ormai novantenne, alla chiusura del convento di Ancona, anche P. Isidoro viene trasferito, armi e bagagli, nel convento di Fermo, diventato nuova sede della Curia Provinciale, dove rimane fino al gennaio 2013, quando per le note condizioni di salute che lo hanno accompagnato per gran parte della sua vita, è trasferito per la terza volta all’infermeria di Macerata.
Ormai gli era sopravvenuta anche una grave sordità che lo isolava quasi completamente. P. Isidoro, seduto su una sedia, con la corona in mano, a chi si accostava per parlargli e salutarlo, il più delle volte, con un gesto della mano avvertiva l’eventuale passante interlocutore, che il colloquio sarebbe stato difficoltoso.Negli ultimi tempi mangiava pochissimo o niente, era diventato estremamente debole, tanto che i responsabili dell’infermeria hanno provveduto a ricoverarlo, ancora una volta, all’ospedale perché potesse essere nutrito in qualche modo, ma ormai era arrivato alla fine. Gli è stato amministrato il Sacramento degli infermi, la sera del 31 luglio ultimo scorso, alle 21,00, si è abbandonato nella braccia di Dio Padre.
Il Signore, nella sua misericordia lo accolga in paradiso!
Il funerale è stato celebrato, domenica 2 agosto alle 17,00, nella chiesa del nostro convento di Potenza Picena, con la concelebrazione presieduta dal provinciale P. Giulio Criminesi e la partecipazione di una ventina di confratelli sacerdoti. Subito dopo la salma è stata tumulata in uno dei due loculi rimasti della tomba dei frati cappuccini.
Testo tratto dal ricordino dedicato a Fr. Isidoro Lavini da Potenza Picena, a cura della Fraternità dei Frati Cappuccini di Macerata, fornitoci dal nipote, Prof. Silvano Domenichini che ringraziamo.