Chiesa di S. Caterina in Potenza Picena

Altare maggiore “S. Antonio Abate” sec. XVIII

Altare maggiore “S. Antonio Abate” sec. XVIII

La Chiesa di S. Caterina di Potenza Picena (già Monte Santo) è annessa all’omonimo monastero, che ha ospitato fino all’Unità d’Italia (con la parentesi della soppressione napoleonica) le monache dell’Ordine di S. Benedetto ora trasferite in altra sede (S. Sisto).

Le origini dell’edificio monastico e della Chiesa restano ancora incerte. Secondo un catalogo generale benedettino, segnalato dallo studioso Mons. Giovanni Cotognini, i due complessi sarebbero stati eretti nell’anno 1280. La prima testimonianza certa però, è il testamento dettato nel 1348 da una signora santese, Gebelosa, la quale lascia alcuni suoi beni terrieri anche al Monastero di S. Caterina (il documento in pergamena è nell’archivio storico comunale). L’Istituto risulta pertanto esistente a quella data.
Altare laterale Sx. “Madonna con Bambino”, S. Lucia e S. Vincenzo Martire” sec. XVIII

Altare laterale Sx. “Madonna con Bambino”, S. Lucia e S. Vincenzo Martire” sec. XVIII

Le monache non hanno avuto una vita comunitaria perfetta. Una rigida regola e la clausura sono state introdotte solo nel 1840, in seguito ad apposito capitolo celebrato nel monastero ed approvato dall’arcivescovo.
Nel 1446 il Cardinale Legato della Marca aveva concesso il permesso di dipingere, probabilmente nella Chiesa, un’immagine della Madonna, che sarà molto venerata e diventerà meta di pellegrinaggio. La Chiesa e il monastero erano e sono intitolati a S. Caterina d’Alessandria vergine e martire, non a S. Caterina da Siena come ritengono i più.
Grandi lavori di ampliamento e di ristrutturazione del monastero vengono effettuati intorno al 1760. Da documenti risalenti al 1786, risulta che si sentiva l’esigenza di intervenire anche sulla Chiesa, in particolare sulla volta, ma, sia per mancanza di fondi che a causa di vicende politiche i lavori sono stati più volte rinviati. Nel 1841, il capo mastro Giovanni Basili presenta una perizia e relativo disegno, approvati dalla Curia di Fermo. Due anni più tardi iniziano i lavori che avranno termine nel 1847. La Chiesa è rimessa a nuovo: vengono rifatti il tetto, la volta ed il pavimento. Le decorazioni vengono eseguite dall’artista indoratore Luigi Moretti di Recanati, mentre le gelosie (grate) i due cornocopi, i candelieri, le cornici dei quadri e le croci sono opera del maestro intagliatore Giuseppe Brandoni di Recanati. Le cappelle laterali sono disposte in simmetria, spostata la porta laterale e alzato anche l’arco del presbiterio.
Altare laterale Dx. “Estasi di  S. Teresa” sec. XVIII

Altare laterale Dx. “Estasi di S. Teresa” sec. XVIII

Dopo l’Unità d’Italia, la Chiesa assume anche i titoli di S. Rocco e S.
Antonio, santi, questi ultimi, titolari di altrettante Chiese santesi demolite alla fine dell’Ottocento. Il monastero viene adibito ad asilo, orfanotrofio femminile, casa di riposo delle vecchie, gestiti dalle Figlie della Carità (o monache Cappellone), che già in precedenza gestivano a Potenza Picena l’ospedale civile. Il monastero viene anche utilizzato come sede della Congregazione di Carità, successivamente trasformata in E.C.A. (Ente Comunale di Assistenza).
L’Oratorio e la cappella, attuale sede dell’AVIS,  hanno ospitato la Confraternita di S. Rocco e S. Martino, qui trasferita nel 1888, dopo che la loro Chiesa, quella di S. Rocco, fu ceduta al Comune e demolita (oggi in quell’area sorge parte dell’ex albergo centrale). La Confraternita si è estinta agli inizi degli anni cinquanta. Nel monastero hanno avuto la sede anche le Figlie di Maria, associazione femminile, aggregata alla Terza Primaria di S. Agnese, costituita l’8 settembre 1904 ed estinta alla fine degli anni cinquanta.
opera dell’intagliatore Giuseppe Brandoni di Recanati - 1847

Cantoria - opera dell’intagliatore Giuseppe Brandoni di Recanati - 1847

La Chiesa ed il Monastero ospitavano importanti opere d’arte tra cui: Estasi di S. Teresa (sec. XVIII), Madonna con Bambino, S. Lucia e S. Vincenzo Martire (sec. XVIII), Madonna in Gloria, con i SS. Caterina, Benedetto e Scolastica (sec. XVII, oggi conservata all’interno dell’attuale Monastero delle Bene­dettine), S. Antonio Abate (sec. XVIII, proveniente dalla Chiesa di S. Antonio), Vergine con Bambino tra i SS. Martino e Rocco (opera di Simone De Magistris, 1584, proveniente dalla Chiesa di S. Rocco), Allegoria della Pace, opera attribuita a Corrado Giaquinto (sec. XVIII).
Notizie tratte da: “Il Monastero delle Benedettine di Potenza Picena” di Mons. Giovanni Cotognini 1987.

5 risposte

  1. Andrea Carradori ha detto:

    Meravigliose foto di una meravigliosa chiesa meravigliosamente restaurata di recente.
    Peccato che non ci si possa dire Messa…
    Avrei un’idea….

    Ciao a tutti

    Andrea

  2. Andrea Carradori ha detto:

    Chiedo ai conoscitori della storia locale : che fine han fatto gli Organi di Santa Caterina e di San Francesco?
    Sono stati sicuramente venduti nell’epoca delle soppressioni.
    Qualcuno sa dove sono finiti attualmente ?
    Giro questa domanda anche agli amici Paolo Peretti e Fabio Quarchioni.
    Grazie per la risposta
    ( Vi siete accorti che l’acustica di Santa Caterina è perfetta in ogni parte della chiesa e del coro ?)

  3. Andrea Carradori ha detto:

    Leggo ” La Confraternita ( di San Rocco ) si è estinta agli inizi degli anni cinquanta”
    Giuridicamente , per poter incamerare i beni di una Confraternita debbono passare 100 anni dalla morte dell’ultimo confratello.
    Questa formula giuridica è vincolante sia per gli Enti pubblici che per quelli ecclesiastici.

  4. Pamela ha detto:

    Volevo chiedere delle informazioni riguardo l’orfanotrofio di Potenza Picena gestito dalle Figlie della carità. Ho già cercato nella Biblioteca Comunale senza aver trovato notizie che mi possano servire. Dovrei stilare la mia tesi di laurea su questo argomento. Aspetto una vostra risposta. Grazie. Pamela

    • Onofri Paolo ha detto:

      Grazie per il suo intervento.
      Per quanto riguarda l’Orfanotrofio femminile di Potenza Picena, fondato nel 1702 da LUdovico Marefoschi, non esistono notizie già scritte, quindi è sicuramente una ricerca difficile ma originale.
      La gestione dell’Istituto da parte delle suore dell’ordine delle Figlie della Carità (le cosiddette suore cappellone), è recente, in quanto queste suore sono venute a Potenza Picena solo dopo il 1869, incaricate inizialmente della gestione dell’ospedale civico.
      Nell’Archivio Storico Comunale ci sono sicuramente notizie sull’orfanotrofio ad iniziare dai censimenti della popolazione del 1861/1871/1881, nelle carte dell’ente comunale di assistenza si trova anche lo statuto.
      Esiste una raffigurazione di “Puella orphana”, di Monte Santo. Inolte fino al 1913 esisteva anche una via intitolata via dell’Orfanotrofio Vecchio (oggi via Tripoli), dove inizialmente era situata la sede di questa antica istituzione.
      In conclusione da parte nostra vi è sicuramente la disponibilità ad aiutarla, ma il grosso dell’impegno lo dovrebbe mettere lei venendo a fare la ricerca consultando l’archivio storico comunale di Potenza Picena.

      Saluti.

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